Soprattutto in quest’ultimo periodo, mi capita spesso di leggere degli articoli online, dei commenti nei forum o nei gruppi di social network, dove la parola Sordomuto è capace di scatenare le ire più funeste degli utenti sordi, che denunciano una grave mancanza di rispetto o ignoranza nei loro confronti. Perché?
Diciamo subito che Sordomuto è un termine obsoleto, che in base all’articolo 1 della Legge 20 Febbraio 2006, n. 95 è stato cancellato e sostituito dal termine Sordo in tutte le dispositive vigenti (L.95/2006).
La stessa legge ha modificato anche la precedente definizione, indicando il sordo come “minorato sensoriale dell’udito, affetto da sordità congenita o acquisita durante l’età evolutiva che gli abbia compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato, purchè la sordità non sia di natura esclusivamente psichica o dipendente da cause di guerra, di lavoro o di servizio” e precisando se la comparsa del deficit sia avvenuta prima dell’apprendimento della lingua o in seguito al suo sviluppo (sordo Prelinguale e Sordo Postlinguale).
Questo cambiamento non ha interessato solo l’Italia, ma il mondo intero: il termine inglese DEAF ha sostituito DEAF-AND-DUMB, ed è ormai universalmente accettato e riconosciuto, tant’è che in Italia è addirittura presente nelle tessere dei soci ENS, l’Ente Nazionale Sordi, che fino a qualche anno fa si chiamava Ente Nazionale Sordomuti.
Il termine Sordomuto creava perciò confusione e fraintendimenti, perché le persone sorde hanno in realtà un apparato fono-articolatorio perfettamente integro, ma possono diventare anche mute a causa della loro sordità, soprattutto nel caso in cui perdano l’udito entro i 2 anni d’età o nascano sorde.
Perciò, di fatto i sordomuti non esistono nemmeno più: oggi le persone sorde profonde bilaterali preverbali, sono perfettamente in grado di acquisire la lingua. Certo, anche se la tecnologia sta facendo passi da gigante, forse non sentiranno mai come vorrebbero (o forse sì?), probabilmente continueranno ad aiutarsi con la lettura labiale, ma potranno parlare, capire, comunicare con gli udenti sentendosi parte del loro mondo e non un mondo a parte (come purtroppo ancora troppo spesso accade a causa dei pregiudizi), e non c’è conquista più grande di questa.
La definitiva eliminazione del termine sordomuto, nasce in risposta alle esigenze delle associazioni dei sordi che da sempre considerano l’odiato termine come offensivo per la categoria stessa, dato che la maggior parte delle persone sorde dalla nascita non ha alcun difetto all’apparato vocale, ma è solo impossibilitata ad apprendere ed usare il linguaggio parlato perché non ne riconosce il suono e non riesce perciò a riprodurlo con la voce, oppure non ha ricevuto un’educazione adeguata per imparare a farlo. Ecco perché non è scontata una connessione fisico-patologica tra sordità e mutismo.
Anche se le vecchie generazioni di sordi non saltano dalla sedia per lo sdegno se qualcuno li indica come Sordomuti, perché è proprio così che li hanno sempre chiamati fin da bambini, e addirittura alcuni di loro si definiscono ancora così, è comunque bene ricordarsi di eliminare quest’antipatica parola dal proprio vocabolario e usare solo ed esclusivamente Sordi, in segno di profondo rispetto e comprensione.
Non dimentichiamoci che è stata vinta una guerra e che i vincitori hanno sempre ragione!
Perciò, la prossima volta che vi viene voglia di dire o scrivere Sordomuti, ricordatevi delle lotte che ci sono state per la cancellazione di questa parola e fate un passo indietro: i sordi vi ringrazieranno, altrimenti… sentirete la loro voce!
I “sordomuti” esistono ancora e sono coloro non hanno appreso una lingua sia vocale che segnica, “gesticolano” e basta.
I vincitori non sempre hanno ragione… a volte la nostra è una vittoria di Pirro…
Questo, a mio avviso, non giustifica l’utilizzo di un termine connotato di valenze negative e discriminatorie. La sua osservazione dovrebbe spingere a sostenere non solo il riconoscimento della LIS, ma anche la diffusione dell’educazione bilingue a favore di tutti i bambini sordi. Solo così non ci troveremmo con persone che, tanto per citare le sue parole, “gesticolano” e basta
Per me un sordo che non sa o non può parlare è “sordomuto”, checché ne dica la legge, se e quando sarà in grado di parlare, allora sarà soltanto sordo!
Gentile Signora Alessandra Farris buongiorno,
mi chiamo Enzo, certo che non ci conosciamo, sono sordomuto e non sordo! Io non sono d’accordo con il suo articolo, io sono orgoglioso di essere sordomuto, perché nessuno di noi parla bene miracolato anche in quando è impiantato con il cocleare !!
Non e’ giusto che l’essere sordomuto e’ volgare, ma in realtà e’ medicalmente una patologia grave ed invalidità al 100%, e poi mi sono offeso e sono rimasto malissimo, quando hanno approvato la legge 95/2006 che prevede solo la parola “sordo” e non più sordomuto e per me è gravemente sbagliata !! Nel Diritto Umano siamo le persone e non gli animali da coccolare!! Nessuno si immischia nei nostri animi da essere sordomuto e nei nostri diritti e nelle nostre libertà !! Purtroppo la legge 95/2006 provoca la confusione ed infatti ci sono molte leggi con due diverse percentuali: invalidità al 74% e al 100% solo per noi sordomuti, che ingiustizia !!
Ho letto il suo facebook: lei e’ udente, figlia dei genitori sordi, imprenditrice, attivista e ho notato che lei aiuti soprattutto chi e’ affetto dalla patologia grave ed aiuti chi e’ veramente sofferto, ma vorrei sapere perchè avete fatto l’idea di chiamarci sordi e non sordomuti? Non so se lei voglia conoscere queste persone, (sordomuti) provi a parlare con loro per vedere se chi parli bene o no, va bene?
Restando in attesa di un suo gentile riscontro porgo ringraziamenti e saluti
Enzo