Come leggere l’audiogramma?

da Apr 11, 2021Salute

Prima di addentrarci nel cuore dell’argomento di oggi, è bene prima di tutto chiarire cos’è l’audiogramma e a cosa serve. 

L’audiogramma è la rappresentazione grafica quantitativa delle capacità uditive di un paziente e si ottiene attraverso un esame audiometrico

Ipoacusie e audiogramma

L’ipoacusia può interessare un solo orecchio o entrambi e comporta una riduzione uditiva lieve, media o grave. 

Ci sono diversi criteri per classificare i tipi di ipoacusie. In base alla sede della lesione, si distingue tra ipoacusia di tipo periferico e di tipo centrale

L’ipoacusia di tipo periferico, quando il danno è localizzato a livello delle strutture dell’orecchio, si distingue in 3 tipi, rilevabili con l’audiogramma: 

  • trasmissiva, quando la perdita uditiva è causata da un danno a orecchio esterno e/o medio;
  • neurosensoriale, se la perdita uditiva è da ricondurre a un danno delle cellule ciliate presenti nella coclea all’interno dell’orecchio interno o al nervo acustico;
  • mista, se la perdita uditiva è dovuta a un danno di orecchio esterno, orecchio medio e interno.

L’ipoacusia centrale è invece dovuta a un’alterazione dei meccanismi di elaborazione nervosa ed encefalica del suono.

carmelo. rodolfo mazzamuto

In cosa consiste l’esame audiometrico?

L’esame audiometrico è un test volto a rilevare l’origine, la tipologia e il grado di eventuali deficit dell’udito. Lo scopo è individuare quali frequenze è in grado di sentire ciascun orecchio e a quale intensità, rilevando con esattezza la soglia uditiva del paziente.

La soglia uditiva indica il volume più basso (intensità) che il paziente è in grado di percepire a ciascuna frequenza, quindi il punto dal quale viene a mancare l’udito.

L’esame audiometrico può essere:

  • tonale – rileva la sensibilità uditiva del paziente ai suoni,
  • vocale – rileva la capacità del paziente di capire le parole.

A seguito dell’esame audiometrico è possibile individuare le perdite uditive e diagnosticare che tipo di ipoacusia ha colpito il paziente. 

L’esame viene eseguito sul paziente su due livelli, per via aerea e per via ossea, dal confronto dei quali è possibile individuare il tipo di sordità. 

Esame audiometrico per via aerea

Il test per via aerea si svolge in uno spazio insonorizzato e si avvale di un dispositivo specifico chiamato audiometro, collegato a cuffie, auricolari e/o altoparlanti utilizzati dal paziente durante il test. L’audiometro emette “toni puri” trasmessi uno alla volta a ciascun orecchio, con diverse frequenze e intensità crescente. Si parte da un’intensità del suono nulla, per poi aumentarla sino a quando il paziente la percepisce. Lo stesso vale per le frequenze trasmesse, al fine di rilevare quale frequenza è percepita da ciascun orecchio. 

Nel test per via aerea il suono passa dall’orecchio esterno a quello medio, per giungere infine all’orecchio interno.

Esame audiometrico per via ossea

Anche nel test per via ossea, i “toni puri” sono trasmessi all’osso mastoide (situato dietro il padiglione auricolare) sul quale viene apposto un dispositivo vibrante, collegato all’audiometro. 

In questo caso, il suono giunge direttamente alla coclea e al nervo acustico situati nell’orecchio interno. 

Attraverso questo test è possibile comprendere se il problema uditivo risiede nell’orecchio esterno o in quello medio, responsabili della trasmissione del suono, al sistema sensoriale (coclea e nervo acustico) o a entrambi.

 L’esame audiometrico può essere:

  • tonale – rileva la sensibilità uditiva del paziente ai suoni,
  • vocale – rileva la capacità del paziente di capire le parole.

A seguito dell’esame audiometrico è possibile individuare le perdite uditive e diagnosticare che tipo di ipoacusia ha colpito il paziente. 

Frequenza e intensità: di cosa si tratta?

In acustica la frequenza è l’altezza del suono, che può essere acuto o grave. La frequenza dipende dal numero di vibrazioni che un’onda sonora produce al secondo, misurate in cicli al secondo chiamati Hertz (Hz). Maggiori sono le vibrazioni, maggiore è la frequenza del suono e quindi la sua altezza.

Una persona normoudente riesce a interpretare come tono le oscillazioni comprese tra 20 e 20.000 Hz, ossia la frequenza massima udibile oltre la quale la persona giunge alla cosiddetta soglia del dolore (corrispondente a circa 120 dB).   

L’intensità è identificata con l’ampiezza dell’onda sonora, quindi il volume, cioè il rapporto tra la potenza dell’onda e l’area attraversata, misurata in unità denominate Decibel (dB)

Il livello di una conversazione normale si aggira intorno ai 65 dB, mentre 120 dB è un’intensità molto elevata e quasi assordante per l’orecchio umano. Zero dB non è assenza di suono ma il suono più debole udibile dall’orecchio umano. 

Come si legge l’audiogramma?

I risultati dell’esame audiometrico per via aerea e per via ossea sono riportati graficamente sull’audiogramma, uno per ciascun orecchio.

L’audiogramma si presenta come un piano cartesiano costituito da ascisse (asse orizzontale) e ordinate (asse verticale). L’asse orizzontale rappresenta le frequenze, quella verticale l’intensità delle relative frequenze. Le frequenze più gravi si trovano sulla parte sinistra delle ascisse, quelle più acute sulla parte destra. Sulle ordinate, invece, l’intensità più bassa si trova in alto, mentre quella più alta in basso. 

Il tono più debole che ciascun orecchio è in grado di percepire per ogni frequenza viene segnato sull’audiogramma e rappresenta la relativa soglia uditiva. Con l’indebolimento dell’udito dell’orecchio interno aumenta la sensibilità alle alte frequenze. La soglia uditiva di un adulto normoudente è compresa tra 0 dB e 25 dB e sul grafico è tracciata in rosso per l’orecchio destro, in blu per quello sinistro.